lunedì 9 maggio 2011

Ritratti di famiglia in un interno.

In primavera sposto la mia attività ludica dall'interno di casa dove di solito disegno e dipingo, all'esterno per occuparmi del giardino. In attesa quindi di una giornata di pioggia, o del grande caldo, situazioni poco adatte allo sfacchinare china sulle aiuole, sono in stallo con la produzione di opere manuali.
Attingo al mio archivio per presentare alcuni ritratti di "famiglia".
Uno è di è Homer, il mio cagnolino meticcio ormai tredicenne. Molto affettuoso, timido e riservato, ma anche testardo.
Non è la mia specialità ritrarre animali, infatti credo che questo sia l'unico, di solito preferisco il mondo vegetale.
Invece ritrarre persone mi piace molto, e quando mia figlia era piccola, mi ero specializzata nel carboncino. Un'estate rimasi affascinata da un disegnatore di strada, che operava in una cittadina di mare; con pochi tratti di carboncino o pastelli colorati riproduceva le fattezze dei passanti, molto somiglianti.

Appena tornata a casa ho comprato il necessario e ho provato anch'io...
Delusione! Sembrava così facile! Ma come dice il vecchio adagio, sbagliando s'impara, e pian piano ho ottenuto risultati più decenti. Ecco la mia bimba, che al tempo aveva sei anni.

mercoledì 27 aprile 2011

Storia di un pezzo di legno. (II°)




Mia figlia e mio genero sono andati ad abitare in un grazioso paesetto francese al confine della svizzera, vicino a Ginevra. Hanno affittato una casa vecchia di 200 anni, ristrutturata, conservando molti aspetti rustici, travi in legno antico, muri in pietra.
Così mi hanno commissionato una targa da mettere sulla porta che ricordi lo stile della casa.
Ed ecco come ho usato l'asse recuperato dalla demolizione della balaustra del mio balcone. E' stato segato ai lati perchè troppo lungo, mantenendo il motivo centrale a curve. Poi i bordi sono stati arrotondati e levigati. Infine ci ho passato una mano di impregnante color noce scuro. Ho eseguito il disegno con carboncino bianco e dipinto con colori acrilici. Per ultimare una mano di vernice protettiva finale.
Ho scelto il mio soggetto preferito: fiori, questa volta alpini, per essere in tema col paesaggio.


venerdì 15 aprile 2011

Dono effimero è bello.

Il nome del mio blog è una parola del dialetto triestino che significa: cose inutili, impicci, ciarpame. Ovvero tutte quelle cose, tipo i souvenir, che a volte durante i viaggi, presi da raptus compriamo compulsivamente e di cui poi ci riempiamo inutilmente la casa. Altre fonte di strafanicci è costituita dai regali di vecchie zie, bomboniere o ricordini di nozze e ricorrenze.
Che dire infine dei primi lavori fatti alle elementari dai nostri figli? Potremmo forse MAI gettarli via? NOOO, inorridisco al solo pensiero.
Una alternativa a questa fiera dell'inutile e irriciclabile, per una che ama tanto il bricolage e la creazione di quelle cosine che mia mamma definiva "strullate", a meno che non sia veramente brava, (e di bravura ne vedo tanta in molti blog che visito), potrebbe essere dedicarsi all'arte effimera. Ad esempio: la scultura su ghiaccio, o la pittura con gessetti sui marciapiedi.
Quest'ultima fase l'ho passata, non ho mai scolpito su ghiaccio, troppo freddo, ma ho dipinto con i gessetti madonne ancorchè su cartoncino e non sul marciapiede.
Il soddisfacimento di vena creativa può trovare sfogo in cose che hanno una durata limitata, anche da regalare, così il beneficiario non avrà il dilemma del "conservo o getto".
Mazzi di fiori del giardino acconciati ad arte, pasticcini e dolci in confezioni chic, bigliettini di auguri decorati, sono cose che confeziono, amo regalarle e anche riceverle.
Questo lunghissimo "prologo" al fine di presentare la mia opera creativa pasquale, di vere uova di gallina, svuotate, lavate, imbianchite e decorate......dopo pasqua è garantito il dimezzamento fisologico, e se la s-fortuna mi aiuta anche l'annichilimento totale. Così l'anno prossimo mi ridiverto a colorarne un' altra dozzina. AUGURI!

venerdì 1 aprile 2011

Storia di un pezzo di legno, ma non è Pinocchio (I°).



Di cosa si tratta? Assi rovinati che costituivano il parapetto del balcone di casa.
Li abbiamo fatti sostituire con una più pratica ringhiera in ferro.
Che fare di essi? Non si possono bruciare, la vernice con la combustione emette fumi tossici (almeno per me). Quindi li portiamo in discarica. Ma prima....ne scelgo uno non tanto rovinato...
Eccolo qui. Chiedo a mio marito di tagliare un po' le estremità e di levigarlo. Il risultato è questo

Il lavoro altrui è terminato, ora tocca a me. Devo trovare tempo e voglia di dipingerlo.
So già a quale uso destinarlo, ma non so ancora il soggetto. Alla prossima puntata.

mercoledì 30 marzo 2011

Una dedica.

Oggi è il compleanno di mio marito, e gli dedico questo disegno. Se non altro per ringraziarlo di trasportare ogni autunno i tre pesanti vasi di orchidea all'interno, e ricordarsi di bagnarli.
Si tratta di Cymbidium, le orchidee, diciamo facili da coltivare. Hanno infatti pochissime esigenze, anche di acqua. D'estate stanno bene all'aperto in posizione ombreggiata, dove ricevono essenzialmente solo acqua piovana, d'inverno vogliono una temperatura non inferiore ai 10°C, anzi forse sarebbe meglio un filino più alta e magari un'umidità più costante dell'aria, e magari sarà questa la ragione dell'avarizia di fioritura che ultimamente le caratterizza.
I tre mastodontici vasi mi regalano si e no 5-6 fiori all'anno, e fioriscono proprio in questo periodo.
Dovrò forse decidermi a concimarle un po'...
Nell'attesa di coglierle...auguri caro!

sabato 5 marzo 2011

Vecchi disegni di sapore antico.




Nel lontano 1985 o giù di lì, per ragioni di lavoro dovetti prendere lezioni private di inglese. Così conobbi uno strano personaggio che mi fece da insegnante. Era un giovanotto anglo-australiano sulla trentina, di bell'aspetto, sul tipo di un eroe da cinema, con barbone e capelli lunghi, sempre vestito come sandokan. Pare che avesse combattuto in Vietnam, poi trasferito in Australia e dopo vario girovagare capitò a Trieste dove trovò lavoro come il lettore di lingua inglese all'università.
A parte l'apprendimento linguistico, per me sempre ostico, fu una gradevole esperienza di vita.
Diventammo anche amici, benché il suo stile di vita piuttosto hippy e alternativo, fosse molto diverso dal mio.
Perché racconto tutto questo? La ragione è che l'australiano inquieto aveva come hobby fabbricare carta riciclata da vecchi giornali e cartacce. Tant'è che dopo qualche anno piantò tutto e andò in Giappone, per perfezionare questo suo hobby (!).
Mi regalò diversi fogli di carta fatta da lui, sui quali feci questi disegni a china. La carta però, non trattata, si comportava da carta assorbente, e i disegni presentarono un po' di difficoltà.
Mostro quelli meglio riusciti. La mia intenzione, ispirata dal tipo di carta, dal sapore artigianale e "vecchio" era di imitare antiche stampe.

venerdì 18 febbraio 2011



Un altro disegno copiato da una macrofotografia di mio marito.
Purtroppo non ho più questa bellissima dalia rosso fiamma, i bulbi non prudentemente riparati durante l'inverno sono morti. Ecco l'utilità di immortalarli.
Il giudizio del coniuge sul mio operato non è generoso...dice che non gli piacciono i colori troppo forti, ma che posso farci...la natura così li fece! Forse, ebbene sì, mi sono lasciata un po' prendere la mano soprattutto dal nero. Ma IO non ho photoshop incorporato per fare la taratura del colore e schiarire l'immagine a piacimento. Quel che è fatto è fatto.
Ed ecco a comprova lo scatto dell'autore, mio personal critico d'arte.